giovedì 17 gennaio 2013

Albergo auronzo

Leggiamo sul giornale del fallimento politico nella questione Lazio e Albergo Auronzo. Le colpe vanno individuate e, soprattutto, va cercata una rapida soluzione.


Un passo indietro: la precedente maggioranza del sindaco Bruno riceve dalla nuova proprietà dello storico albergo, già sede del ritiro Lazio, la richiesta di ampliamento, come concessogli dal piano regolatore, del proprio volume, costruendo un nuovo corpo di fabbrica, speculare al primo, sul lato verso il lago, in cui viene concordato di ricavare nuove camere, degli appartamenti in residenza turistica e una piscina con spa aperta al pubblico esterno. La pratica, tra le difficoltà burocratiche, segue il suo lungo iter, con il benestare del governo locale, seppur con la necessaria attenzione. 

Era ed É interesse di tutti che Auronzo abbia un albergo trainer per tutto il settore turistico locale, ancor piú se questo metterá a disposizione della comunitá l'agognata piscina ed un centro benessere. 
La necessitá di un albergo di rappresentanza é oltremodo giustiificata dalla meravigliosa, lungimirante scelta di organizzare il ritiro estivo pre-campionato della SS Lazio. Non voglio entrare nel merito di quanto lavoro ci sia stato dietro a questo e quanto ne necessiterà perché vi sia continuità. La Lazio è l'ancora di salvezza di una stagione estiva che rischia di portare alla deriva decine di strutture ricettive e commerciali. E di Lazio ce n'é una. Basta leggere i dati degli afflussi nei paesi vicini, anche magari dove hanno ospitato altre squadre con seguiti ben diversi, vedi Sappada. Fatto sta che se ciò é stato possibile, parte del merito va anche a chi seppe rendere decorosa una struttura non all'altezza dell'abbisogna.
Ma dietro, scusatemi cari colleghi albergatori d'Auronzo, c'é il vuoto. Ognuno é fiero della propria struttura, compreso il sottoscritto, e cerca di dare il massimo ma, in sincerità, anche se qualcuno obietterà che le proprie camere sono più belle, che la propria cucina é più rinomata, che ha un panorama migliore, nessuno ha la capacità, nel senso di avere sufficienti alloggi, per ospitare un grande team che non é composto solo da giocatori, ma da tutto lo staff tecnico, e nessuno ha la posizione logisticamente perfetta del palazzone giallo di via Roma.

Lasciare l'albergo Auronzo chiuso, é una bestialità; é come mettere, in pieno centro, un cartello da 40 metri per 15 con scritto: "Paese Auronzo chiuso per fallimento".
E fin qui ho detto solo un sacco di banalità. 
Ma se sono banalità, perché non sono date per assunte?  Perché il Consorzio Turistico ma ancor più l'Amministrazione non hanno immediatamente reagito, anche alzando la voce, perché non si perdesse un solo giorno di stagione turistica? E non solo, perché si é permesso che con la chiusura si trovassero senza alcuna possibilità di recuperare il proprio credito, anche i dipendenti dell'albergo? 

La solita voce maligna in fondo alla sala (si siedono sempre nelle ultime file, i maligni) avrebbe detto: " Bravo, potevi aprirlo tu!" 
Io avrei risposto sì... Io, magari affiancato da qualche mio collega che capisca l'importanza della struttura, anche alla luce del ritiro Lazio.
Ma nessuno me l'ha chiesto. 

Quinz o i suoi possibili soci non hanno la qualifica per convincere il curatore (avvocato romano, leggo, probabile sponda romanista), ad affidargli la struttura, a tempo determinato, sintantoché non si trovi una soluzione ottimale. Era ed é compito del sindaco cercare la soluzione più indicata, che sia questa che accenno oppure addirittura una gestione diretta, con la nomina di un direttore, da parte dell'Amministrazione comunale che si farebbe garante. 
Esistono dei precedenti, come il rifugio omonimo (coincidenze...) gestito direttamente dal CAI o, come nei fallimento del governo provinciale, dove un "commissario" sta cercando di ripianare i debiti e mantenere la struttura attiva. 

In realtá del danno è già stato fatto nella serrata durante la stagione in corso: sento di impianti danneggiati dal gelo, di macchinari deteriorati dal lungo inutilizzo, di professionalità disperse.  Ma non tutto é perduto e, soprattutto, non é ancora perduta la Lazio. L'Amministrazione dovrebbe sin d'ora rassicurare Lo Tito e i suoi sulla disponibilità dell'albergo. In un modo o nell'altro. Garantisca sull'apertura. Senza ipotizzare fantascientifiche soluzioni come il Grand Hotel di Misurina o "l'albergo diffuso" utilizzando due camere qui, tre là, proponendo addirittura l'hotel "Juventus"... 

Auronzo e il suo futuro turistico dipendono troppo dalla squadra capitolina per non agire istituzionalmente. Se non lo si fa, qualcuno ipotizza sia una scusa per cambiare direzione, investendo in altre manifestazioni. 
Ma sarebbe come lasciar morire di fame la gallina dalle uova d'oro per farne un buon brodo...  

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