venerdì 28 giugno 2013

Gnocchi o spaghetti?



     La voce che da tempo circolava sull'unione dei servizi in Cadore diventa ufficiale.
Le osservazioni a questa ora non saranno più "maldicenze" ma perplessità che necessitano di risposta.
Premetto che fu il sottoscritto, recentemente, a parlare di "fusione" (e non unione) tra i comuni, lo ricordo perché non vorrei che si pensi a contraddizioni di comodo. 
Siamo "quasi" tutti consci che sia anacronistico, campanilistico, la difesa ad oltranza degli attuali organi amministrativi. Come ci parrebbe strana l'"indipendenza" dei sestieri d'Ampezzo... Nessuno pensa più al comune di Zuel... 
Ma La differenza tra fusione ed unione è sostanziale, non solo formale.
La fusione prevede un organo politico-amministrativo unico, un 'unico bilancio, un'unica programmazione ed un unico accesso a fondi statali ed europei. L'unione no. 
La fusione avrebbe, nel bene o nel male, obiettivi e responsabilità comuni, l'unione no. Si pensi ad esempio che un organo elettivo unico dovrebbe rispondere a tutta la popolazione del territorio unificato e non solo a quella del Paese/quartiere: se fosse altrimenti ci troveremmo a battagliare come si battagliava in Comunitá Montana... L'acqua doveva andare al proprio mulino.  I voti, in fin dei conti, me l'avevano dati i cittadini di Auronzo, non quelli di Perarolo...
E allora perchè unione e non fusione? La giustificazione che i cittadini (parola grossa per comunitá mediamente di 1000 abitanti) non sono pronti mi pare pretestuosa: a non essere pronti a perdere la poltrona sono i sindaci, gli assessori, i consiglieri comunali.
Piccola o grande che sia, la poltrona è poltrona.

La comunione dei servizi è il primo passo verso questo traguardo? Siamo sicuri che fare un passo alla volta permetta di guadare meglio il ruscello e non con un unico balzo?
Diverso sarebbe la fusione del Cadore in 3-4 comunità omogenee, Auronzo con l'oltrepiave, Lozzo Domegge e Calalzo per il Cadore centrale, Pieve con Perarolo, Valle, Cibiana,  il Comelico unito, come la Val Boite fino a Cortina. 

Credo che di esperienze di unione dei servizi in concorrenza politica questa terra ne abbia fatte abbastanza: leggesi Sportello Unico delle attività produttive,  Dolomiti Turismo e, soprattutto, GSP. Gestione Servizi Pubblici. 
Non sta a me ricordare come funziona il carrozzone provinciale, quante battaglie l'amministrazione auronzana abbia combattuto spronata anche dalle minoranze (ricordate?) per l'indipendenza idrica. Battaglie combattute anche dall'attuale governo municipale. Qualcuno ha nel suo blog: "acqua e GSP. Basta pagare per gli errori degli altri.".

Un cenno a GSP. Nel 2004, alla sua nascita, ci furono i favorevoli e i contrari.
 Il Consiglio comunale di Auronzo si oppose ma venne commissariato:d'altra parte il passaggio delle acque ad un ambito provinciale era un obbligo di legge, e così fu fatto. 
All'interno del GSP iniziarono allora le battaglie per accaparrarsi, in tempi di elezioni, quel tratto di acquedotto o quel depuratore che avrebbe portato i voti del quartiere/paese, pesando sul bilancio comune,  fregandosene dei compagni di sventura. 
Il risultato per Auronzo: acquedotti invariati (erano già buoni), il depuratore c'era già, niente metano, tariffe decuplicate, buco milionario. 

Ora:
Chi ci garantisce che i "soci" dell'Unione Montana non facciano lo stesso? Chi ci tutela dalla corsa all'accaparrarsi i servizi da parte del sindaco di Pieve piuttosto che di Lozzo? 
Ok, mi viene anche il sospetto su chi porterà in dote mezzi e servizi e su chi li utilizzerà...

Ocio che, come diceva un antico politico auronzano, ci mangeranno la pastasciutta sulla testa!!!

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