lunedì 9 dicembre 2013

Sciopero dei forconi



leon






Oggi in molte parti del Veneto è iniziata una protesta condotta da diverse sigle di autotrasportatori, di rappresentanze di base del mondo dell’agricoltura, dell’artigianato e della piccola impresa, con molti cittadini al seguito, che durerà diversi giorni, secondo le intenzioni degli organizzatori.
È un segnale inequivocabile della crisi profonda in cui versa lo stato italiano e che dimostra la sua inadeguatezza e mostruosità divenuta ormai insostenibile per tutti.
Quando si verificano questi eventi ha poco senso secondo noi cercare di trovarvi una coerenza ideologica (sperando tra l’altro che i manifestanti non vengano manipolati da qualche partito per ragioni politiche e auspicando che la manifestazione resti pacifica e che non si cada nel tranello di qualche provocatore), mentre merita molto di più constatare un seguito interessante che il fenomeno dimostra di avere. Tra l’altro in diversi “presidi” è bello notare come sventoli il Gonfalone di San Marco e non altre bandiere (nella foto il presidio di Conegliano).

Riteniamo che sia quantomeno normale e comprensibile che ciò si verifichi oggi, considerata la gravità della situazione. Purtroppo anche nel nostro Veneto non vi sono esempi nella classe dirigente regionale che dimostrino di avere capacità di visione del futuro. Non ci sono dei Cuor di Leone, in poche parole.
In questo scenario che anticipa la crisi strisciante e drammatica dello stato italiano, che si avvia verso una bancarotta di fatto, magari non dichiarata, ma dagli effetti durissimi sulla popolazione, il prossimo Plebiscito Digitale per l’indipendenza del Veneto del 16 febbraio rappresenta l’unica possibilità di salvezza in tempi brevi per il Veneto.
Più il tempo passa e meno forza economica vi sarà per gestire una fase autenticamente rivoluzionaria, pacifica, ma di cambiamento rispetto al presente drammatico e privo di speranza.
Senza forza economica della classe media, che si va assottigliando e sparendo sempre più, non possiamo logicamente pensare di trovare una soluzione ai problemi attuali con la nascita di un nuovo sistema virtuoso.
La ragione profonda dell’individuazione di una data molto vicina per la realizzazione del referendum per l’indipendenza del Veneto per via telematica sta tutta in queste brevi considerazioni. Non si può aspettare che arrivi la miseria ancora più profonda dell’attuale per disegnare il nostro futuro.

È necessario muoversi subito. Il 16 febbraio abbiamo l’occasione per uscire dall’incubo e dall’inferno fiscale italiano, dando vita alla nuova Repubblica Veneta. Basterà rispondere al quesito “Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica Federale indipendente e sovrana? Sì o No?”

La risposta la darà il Popolo Veneto, com’è giusto che sia.

Gianluca Busato
Plebiscito2013

del mondo dell’agricoltura, dell’artigianato e della piccola impresa, con molti cittadini al seguito, che durerà diversi giorni, secondo le intenzioni degli organizzatori.
È un segnale inequivocabile della crisi profonda in cui versa lo stato italiano e che dimostra la sua inadeguatezza e mostruosità divenuta ormai insostenibile per tutti.
Quando si verificano questi eventi ha poco senso secondo noi cercare di trovarvi una coerenza ideologica (sperando tra l’altro che i manifestanti non vengano manipolati da qualche partito per ragioni politiche e auspicando che la manifestazione resti pacifica e che non si cada nel tranello di qualche provocatore), mentre merita molto di più constatare un seguito interessante che il fenomeno dimostra di avere. Tra l’altro in diversi “presidi” è bello notare come sventoli il Gonfalone di San Marco e non altre bandiere (nella foto il presidio di Conegliano).

Riteniamo che sia quantomeno normale e comprensibile che ciò si verifichi oggi, considerata la gravità della situazione. Purtroppo anche nel nostro Veneto non vi sono esempi nella classe dirigente regionale che dimostrino di avere capacità di visione del futuro. Non ci sono dei Cuor di Leone, in poche parole.
In questo scenario che anticipa la crisi strisciante e drammatica dello stato italiano, che si avvia verso una bancarotta di fatto, magari non dichiarata, ma dagli effetti durissimi sulla popolazione, il prossimo Plebiscito Digitale per l’indipendenza del Veneto del 16 febbraio rappresenta l’unica possibilità di salvezza in tempi brevi per il Veneto.
Più il tempo passa e meno forza economica vi sarà per gestire una fase autenticamente rivoluzionaria, pacifica, ma di cambiamento rispetto al presente drammatico e privo di speranza.
Senza forza economica della classe media, che si va assottigliando e sparendo sempre più, non possiamo logicamente pensare di trovare una soluzione ai problemi attuali con la nascita di un nuovo sistema virtuoso.
La ragione profonda dell’individuazione di una data molto vicina per la realizzazione del referendum per l’indipendenza del Veneto per via telematica sta tutta in queste brevi considerazioni. Non si può aspettare che arrivi la miseria ancora più profonda dell’attuale per disegnare il nostro futuro.

È necessario muoversi subito. Il 16 febbraio abbiamo l’occasione per uscire dall’incubo e dall’inferno fiscale italiano, dando vita alla nuova Repubblica Veneta. Basterà rispondere al quesito “Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica Federale indipendente e sovrana? Sì o No?”

La risposta la darà il Popolo Veneto, com’è giusto che sia.

Gianluca Busato
Plebiscito2013

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