venerdì 5 agosto 2011

Il parco delle Tre Cime e Ridicolerie varie...

Martini ha creato, nel suo blog filtrato e monocratico, un... Capitolo intero dedicato al parco delle Tre Cime, anche se, alla fine, tutto si riduce alle venti righe e, nota bene, a nessun commento altrui, forse perchè quelli non allineati sono stati censurati.
Stesso risultato sulla sua pagina di facebook... Non interessa a nessuno. 
Siccome però il personaggio fa sempre riferimento a qualche "disinteressato assessore" (credo riferendosi a me) e visto che anche nel suo recente post in favore delle regole (siamo proprio in campagna elettorale...) cita  "l'assalto di quanti vorrebbero appropriarsi della zona di Misurina e delle Tre Cime per scopi che nulla hanno a che vedere con l’interesse della collettività auronzana, per costruire la loro fortuna personale", siccome poi in tutte le sue favole siamo gli orchi cattivi, come quando scrive che "Ora sul regno incantato, e sul lago di perle dove la ragazza si specchiava, gravava un pericolo imminente, perchè le truppe nemiche avevano preso d’assedio il regno del lago di perle per farlo proprio e saccheggiarne il tesoro.", a questo punto ritengo si debbano precisare alcune cose.
Punto primo: Martini gestisce, secondo la bisogna, i confini del parco che tanto desidera: un giorno corrispondono alla "zona rossa" della perimetrazione UNESCO (indicativamente includono solo i ghiaioni delle Tre Cime di Lavaredo ed escludono la Val Marzon e Misurina), il giorno dopo arrivano quasi in fondovalle e "proteggerebbero" anche casa mia...
Nella realtà la perimetrazione, come per lo stesso UNESCO, non siamo noi a deciderla, tantomeno lui. Potrebbe semmai essere calata dall'alto da qualche scienziato in collaborazione con gli altoatesini e quindi castrarci definitivamente... Martini si è mai chiesto perchè i sudtirolesi sono diventati così generosi? 
Facciamo un bel passo indietro...
Un bel giorno, quasi per caso, si scopre che la provincia di Bolzano approva, con l'unica opposizione di Sesto Pusteria, il cambio del nome del parco sino ad allora noto come "parco delle Dolomiti di Sesto, Dobbiaco e San Candido" in "Drei Zinnen Park - Parco delle Tre Cime" ("dimenticandosi" anche la precisazione di Lavaredo).
Questo senza chiedere il permesso ai proprietari dell'oltre 70% del bene in oggetto, anzi, senza nemmeno comunicarglielo, i quali si incazzano e scrivono al presidente della Repubblica e a tutti i competenti territoriali.
Consci della gaff diplomatica, al fine di evitare ricorsi alla corte europea, il presidente del parco di Sesto ed il sindaco di Dobbiaco corrono in Val d'Ansiei e, per cercar rimedio, propongono ciò che non si può in realtà fare, cioè entrare nel loro parco.
 Bisogna precisare che l'ordinamento speciale della provincia di Bolzano differisce da quello della regione Veneto e che, se proprio si volesse, si dovrebbe creare un nuovo parco, collaborativo fin che si vuole, ma ben distinto da quello altoatesino, con statuti, gestioni e, soprattutto, finanziamenti ben distinti. E con un nome diverso...
Messa così non è proprio come Martini ve la prospetta, riassumendo: paghiamoci il parco, mettiamoci qualche vincolo in più, subiamo anche i confini che decideranno e, dulcis in fundo, chiamiamolo "parco di Lavaredo" o "parco degli gnocchi".
Proprio un bel risultato.
Ma io questo non lo posso dire.
Questo non può essere scritto da Quinz perchè, come ben sapete dagli esposti di qualcuno, io sarei contrario perchè ho mire di speculazione...
Se la speculazione significa voler allontanare i parcheggi dalle sponde del lago creando in alternativa dei parcheggi a sud ed a nord di Misurina, magari collegati da una viabilità più occultata e parzialmente in galleria, allora sono uno speculatore.
Se la speculazione significa lottare da oltre 15 anni perchè nel "Piano neve" della Regione Veneto sia inserito un collegamento impiantistico tra Auronzo, le Tre Cime, Misurina e Cortina, ottenendolo l'anno scorso ed oggi lavorando alla progettazione di quest'opera rivoluzionaria per le nostre valli, allora sono uno speculatore.
Se la speculazione significa voler costruire sul terreno ora mio e dei miei fratelli, prima di mio padre ed ancor prima di mio nonno, acquistato dal senatore Loero che lo ricevette dal Comune a metà ottocento, un Hotel di pregio con annesso centro benessere ed un altro ristorante, per una clientela più esigente, con uno sforzo economico importante e probabili debiti tramandabili ai figli e forse ai nipoti, allora sono uno speculatore.
E poi qualcuno mi spieghi con cosa dovremmo fare turismo... Forse con le tende canadesi vendute dal suo emporio? Se nemmeno questo è il "turismo buono"...




 

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