venerdì 30 ottobre 2015

Convocazione dei "Misuriniani" del 29.10.2015

Convocazione dei "Misuriniani" del 29.10.2015


Controvoglia, visto il periodo piuttosto "indaffarato" in cui mi trovo, sono costretto a scrivere le mie controdeduzioni alla.. Proposta (direi annuncio, in realtà, visto che ci hanno concesso due giorni per pensarci), proposta di inserire, nel prossimo bando del fondo ODI, un progetto di completamento della ciclabile ed opere accessorie quali la sistemazione delle sponde del lago e, dulcis in fundo, un garage interrato sostitutivo dei parcheggi frontelago.

A parte la tempistica, ritenuta urgente dal sindaco perché, parole sue, minaccia che sarà l'ultima occasione utile, visto che è membro della commissione, 

senza polemizzare su scelte politiche che potevano essere effettuate prima, vorrei far presente alcune cose:

  • che tale progetto, per 5.000.000 (leggasi cinquemilioni) di euro andava concordato precedentemente con la popolazione (la famosa trasparenza) 
  • Uno o più garage interrati, sono inutili se non per per pochi giorni l'anno di sovraffollamento, soprattutto alla luce di una mancata circolazione "forzata" che impedisca la sosta lungo la strada e nelle aree dei privati, già oggi assaltate da chi non vuole pagare un euro per sostare. La circolazione forzata è prioritaria rispetto ai parcheggi periferici, altrimenti inutilizzati, circolazione che può, come da piano regolatore, essere parzialmente in trincea e galleria, oppure spostata sull'altra sponda (vecchia strada del secondo giro del lago) o quantomeno ben delineata con barriere atte ad impedirne la sosta. Non si può ipotizzare di far parcheggiare il turista lontano dal lago con qualche semplice divieto di sosta, soprattutto quando il lago lo vedono comunque dal finestrino dell'auto e, se non trovano parcheggio, scattano una foto e scappano. L'esempio del vicino lago di Dobbiaco dovrebbe insegnare: la realizzazione dei parcheggi sulla statale non impedisce ai più di scendere con l'auto sulle sponde, cercare di imbucare il veicolo ovunque (basta guardare anche i cartelli dei privati o chiedere a questi che sono stati trasformati in cani da guardia). Chi non trova parcheggio ritorna a monte, ma solo una parte di questi sosta a pagamento, altri cambiano meta. Nelle fasce in cui l'accesso al lago è interdetto, la cosa funziona. 
  • Le priorità di Misurina sono ben altre, le carenze sono maggiori nei servizi che richiamano la gente, soprattutto in inverno, piuttosto che dove sistemarli in agosto: a titolo di esempio, ma più vicino di sicuro alle esigenze del turista (che non sceglie Misurina piuttosto che Dobbiaco in base alla possibilità di trovare parcheggio) è probabilmente lo sviluppo del carosello sciistico ed impiantistico (per l'estate) ad avvicinare le Tre Cime di Lavaredo, nell'ottica di un collegamento con Auronzo e Cortina. Mi si è detto che l'unesco non lo permette: frottole. La sostituzione della strada e l'eliminazione dei parcheggi con un impianto (sono due funi) con basso impatto ambientale è auspicato dall'unesco, oltre ad essere previsto dal Piano Neve Regionale. Senza dimenticare che l'Unesco NON ha nessun diritto di veto e neppure dev'essere interpellato per queste scelte. Altrimenti come giustificare tutta la progettazione degli impianti da Auronzo verso Padola? La sostenibilità economica? Un costo superiore ai cinque milioni disponibili? Oltre al fatto che magari ai finanziatori di Auronzo-Padola sarebbe più gradito arrivare alle Tre cime, oltre al fatto che con un fondo strutturato (sempre ODi) di €500.000 annui (che coprirebbe la rata di un mutuo di almeno altri 5 milioni), oltre al milione e mezzo di euris attualmente garantiti dalla strada a pedaggio, l'attuale amministrazione NON HA MAI provato a sondarne realmente la fattibilità. Forse per "diversificarsi" da i predecessori?  (Che stavano portando in porto l'operazione, solamente stoppati dall'accordo con le Regole che questi invece, per il parcheggio, intendono ignorare).
  • Forse sono stato troppo fuori del giro, ma mi sembra che nessuno abbia chiesto se ci sono dei privati interessati a realizzare i garages tanto ambiti in cambio di un  una gestione privata e/o di un albergo collegato? (previsto...). Nessuno ha chiesto se, in cambio del volume concesso presso la Loita e della realizzazione del distributore di benzina (previsti dal PR) qualcuno possa ampliare e sistemare i parcheggi fuori terra a nord, previsti anche questi dal piano d'area? Un tentativo quantomeno andava fatto e avrebbe "liberato" i soldi dal il silos auto tanto ambito da questi amministratori, deviandoli su altre opere "interessanti" per il turista e per il... "Misuriniao"
  • L'ipotesi REALISTICA E RALIZZABILE degli impianti che aprano Auronzo stessa e Misurina ad un turismo più stanziale ed ecologico non piace? Si ritiene che non siano inseribili nel progetto?  (quindicimilioni avendo coinvolto il Cadore con le ciclabili...) ricordo che qualcun ha giustificato come "risalita per le biciclette e successivo percorso downhill" un impianto bellunese.... Beh, ci sono altre cose che servono prima dei parcheggi: la pedonalizzazione forzata di cui parlavo prima, un centro fondo e sci alpinistico presso la Loita e Torre del Diavolo (anche questa con un paio di milioni sarebbe ripristinabile per lo sci alpino), senza tener conto della possibile seggiovia sostitutiva dello skilift Loita con arrivo in cima al colle, oppure...  Fare semplicemente quello programmato in trent'anni di progetti... Parcheggi esclusi!!!




sabato 23 maggio 2015

Comunicazione di Don Floriano Pellegrini



Esclusioni che indignano:
al candidato di «Indipendenza Veneta», è stato impedito di partecipare
a due confronti televisivi
tra i candidati alla presidenza del Veneto!

Da un comunicato a firma di Andreas Quinz, veniamo a sapere che la demo- crazia in Italia è più malconcia di quel che già appare. Scrive Quinz: «Il movimento di Indipendenza Veneta, pacifico, democratico, non legato ad alcuna massoneria, denuncia ad ogni organo di controllo nazionale e internazionale il mancato rispetto in Italia della par condicio e della democrazia. Il gravissimo episodio di discrimina- zione compiuto non invitando Alessio Morosin, candidato governatore nella lista di Indipendenza Veneta, al numero di Porta a Porta in cui sono stati invitati solo quat- tro dei sei


candidati, è stato ripetuto da Skytg24. Se nel primo caso hanno cercato di giustificarsi adducendo il fatto che non erano state ancora raccolte le firme (ma nep- pure il movimento 5 stelle le aveva raccolte!), nel secondo non poteva più essere uti- lizzata questa scusante, avendo Morosin raccolto ben 22.000 firme di appoggio. Ep- pure, presentatosi agli ingressi dello studio televisivo, la Polizia gli ha fisicamente impedito di entrare. Indipendenza Veneta ha presentato un esposto all'Agcom per la discriminazione politica, non solo dei candidati ma degli elettori Veneti».

Che la democrazia in Italia fosse morta da tempo è risaputo, queste ultime vicende ne sono una terribile controprova. Quinz e altri esponenti di Indipendenza Veneta hanno iniziato uno sciopero della fame e chiedono, frattanto, ad alta voce, ai mass media che ancora desiderano restare liberi, di dare ampio spazio alla vicenda. Noi siamo loro vicini, spiritualmente uniti. Il cielo politico italiano è sempre più scu- ro per chi ama sino in fondo la democrazia e la libertà!

***

don Floriano Pellegrini 

mercoledì 20 maggio 2015

Le elezioni venete, IV e il referendum sull'indipendenza

Le elezioni venete, IV e il referendum sull'indipendenza
Di Carlo Lottieri (del 20/05/2015)

È abbastanza normale che gli Stati, in linea di massima, non siano  disposti a mettere in discussione la propria esistenza. Il diniego opposto da Madrid di fronte alla volontà catalana di celebrare un referendum sull’indipendenza ha una sula logica, così come l’atteggiamento tenuto dal governo Renzi dopo che la regione Veneto ha approvato una legge che indice un referendum consultivo sull’indipendenza:la legge è stata impugnata e la Consulta – che risponde a logiche politiche – si appresta a bocciarla, a dispetto degli articoli costituzionali posti a difesa dei diritti fondamentali, della libertà d’espressione e del rispetto del diritto internazionale.
Per aggirare la logica autoritaria del nazionalismo statalista ottocentesco schierato a protezione dello status quo in Catalogna, però, è stato escogitato uno stratagemma: si è deciso di costituire un cartello di tute le forze  indipendentiste (dall’estrema sinistra dei centri sociali fino ai liberal-conservatori di Artur Mas) e si è trasformato il rinnovo della Generalitat in una specie di plebiscito. Se il cartello avrà la maggioranza, sarà chiaro al mondo che la Catalogna vuole essere libera e che non lo è solo perché Madrid le impedisce di scegliere la propria strada.
E in Veneto?
Un cartello indipendentista manca e il tasso di litigiosità è altissimo. Tra quanti vogliono dare ai veneti il diritto di votare taluni si sono candidati da soli e altri si sono alleati con Luca Zaia, che continua a parlare di un futuro del Veneto modellato sulla provincia di Trento: un progetto che non ha alcuna possibilità di successo, come è ben chiaro a chiunque.
Nonostante questo, perfino queste elezioni – grazie alla presenza sulla scheda elettorale di un soggetto apertamente indipendentista come Indipendenza Veneta – potrebbe essere letto come un referendum per l’indipendenza: come un primo tentativo di imboccare quella strada.
In effetti, se il 50% più uno dei voti validamente espressi sulle schede elettorali delle elezioni venete dovesse andare a Indipendenza Veneta, a giugno il Veneto potrebbe essere già virtualmente una realtà distinta rispetto all’Italia. Si tratta di un risultato improbabile e su cui pochi giocherebbero il proprio patrimonio personale (o anche una somma di modeste dimensioni), ma è importante dire che questa possibilità esiste.
Ci sono sei candidati alla presidenza del Veneto e uno di loro, Alessio Morosin, ha detto a chiare lettere di essere sceso in campo per assicurare al Veneto la propria indipendenza, oltre che il diritto di votare sul proprio futuro. È ovvio che se egli non otterrà la maggioranza assoluta non si potrà considerare questo risultato come una bocciatura del progetto indipendentista (proprio perché gli indipendentisti, come si è detto, si sono presentati divisi e sparpagliati in vari raggruppamenti), ma è altrettanto vero l’opposto: ossia che un suo clamoroso successo cambierebbe radicalmente la storia veneta.
Nelle scorse settimane i militanti di Indipendenza Veneta hanno avuto un grande merito: grazie al loro impegno sono state raccolte le 20 mila firme necessarie (circa l’1% dei voti di quanti presumibilmente andranno alle urne) alla presentazione della candidatura di Morosin. Ora i veneti troveranno sulla scheda sei nomi: sceglierne uno potrebbe ridare al Veneto il pieno diritto di autogovernarsi. Non è una cosa da poco, non è un'opportunità da lasciar perdere.

martedì 21 aprile 2015

25 Aprile, tra una festa e l'altra, poco da festeggiare

RESISTERE E LIBERARE 


LETTERA APERTA AD UOMINI LIBERI E RESISTENTI
La targa che vedete qui sopra apparteneva al Prof. Mario De Biasi, morto da poco tempo a 91 anni. Era tra oggetti della sua casa in fase di sgombero, ammassati fuori dalla porta e destinati a qualche discarica, se non avesse avuto un vicino di casa dall'animo rigattiere.
Non so se il Prof. De Biasi sia stato un partigiano o che ruolo abbia avuto nella lotto di Liberazione, non ho nemmeno avuto occasione di potergli parlare, mai. Immagino che avrei dovuto farlo, tuttavia quando avrei potuto era già troppo tardi. Mi piace pensare che tenesse in casa la targa con affetto e classificasse diversamente i valori che porta con se: San Marco e la Resistenza.
Crediamo che i significati della lotta partigiana non si risolvano in poche righe retoriche di apprezzamento, pensiamo che il rispetto per chi ha lottato contro un sistema sbagliato vada onorato sempre, non solo con le ricorrenze, ma applicando quegli stessi ideali che donne e uomini coraggiosi hanno difeso 70 anni fa: Libertà e Democrazia.
Già lo scorso anno lo affermavamo in due articoli, uno sulla Liberazione, un altro sul desiderio di Indipendenza di alcuni partigiani.
Non c'è nessuna contrapposizione tra la festa di San Marco e la festa per la Liberazione. Sabato 25 Aprile scenderemo in piazza con i nostri Gonfaloni. Con questo spirito ricorderemo che siamo Veneti, a noi stessi prima che ad altri, e ci ricorderemo che possiamo esserlo perché qualcuno ha lottato prima di noi.
Siamo un movimento indipendentista Veneto di Sinistra e quindi, non possiamo non riconoscerci nei valori della Resistenza che ha anche liberato il nostro territorio.
Sappiamo che un giorno smetteranno* di considerare le due cose in antitesi e si accorgeranno che un Partigiano non può che esaltare la Libertà, e un Veneto non può che esserne Riconoscente, anche se non ha conosciuto da vicino il giogo fascista, la cui onda lunga ancora lo tiene schiacciato.
Magari quel giorno non è lontano, magari cominciamo sabato.
Buona Festa della Liberazione e Viva San Marco!
*Si, poco modestamente, noi abbiamo già smesso.
Ultima modifica ilMartedì, 21 Aprile 2015 13:30

domenica 12 aprile 2015

ECCOMI QUI...


Cari lettori, devo scusarmi con voi.

sono stato latitante da questo blog dedicandomi solo a Facebook, dove è più facile "condividere" notizie e immagini, commentare post altrui e ricevere commenti di "amici" o non.

Mi è stato ricordato che non tutti vogliono iscriversi a FB e che altri preferiscono leggermi nell'anonimato.

Per questo ho deciso di... ricominciare le pubblicazioni condividendo in questo spazio i post più gettonati di "Faccialibro". Rimane la solita regola, più o meno scontata sull'altra piattaforma: niente commenti anonimi.

Ora ho poi un motivo in più per essere attivo: la mia candidatura a consigliere regionale nelle file di Indipendenza Veneta. ma questo è un argomento che approfondiremo presto.

buona lettura.

IO SONO STUFO.


Foto di un utente.

Il presidente del consiglio italiano ci racconta che va tutto bene, i conti sono a posto. Si, manca "solo" qualche miliardo per i quali non metterà nuove tasse o taglierá ai comuni, ma ricorrerà al "tesoretto" che ha da parte. Stiamo ripartendo alla grande.
Che bello. E c'è chi ci crede.
Mi vengono in mente quei films americani in cui a terra c'è un soldato dilaniato da qualche mina, con le budella fra le dita, senza più le gambe e con il cranio tenuto assieme solo dall'elmo,... assistito dall'eroe di turno che con un sorriso sulle labbra gli dice:" resisti, i soccorsi stanno arrivando, vedrai che presto starai meglio".
Che bello. E il soldato ci crede e sorride. O è una smorfia di dolore?
La scena dopo il "tenente" gli chiude l'occhio rimasto.
Il soldato semplice è veneto, è cadorino.
Sissignori, ce la raccontano bene. E c'è chi ci crede.
Viabilità; in una provincia montana i punti neri della viabilità sono piû delle mosche sulla carta moschicida in un pomeriggio d'agosto.
Ma qualche intervento è stato fatto, negli ultimi cent'anni! (...). La galleria Comelico (un esempio di sicurezza e manutenzione...) il Ponte Cadore (ora lo chiuderanno perché frana un sostegno), il ponte sul Rudavòi (simile ad un tratto di autostrada di 200 metri tra Laggio e Piniè), il traforo di Col Cavalier.
Ecco, il Col Cavalier. nonostante fossero già stati spesi decine di milioni di euro hanno chiuso il cantiere per mancanza di fondi, buttando via quanto già investito.
E il massimo che il bellunese fa? Un articoletto sui giornali. Il prossimo mese nessuno se ne ricorderá più e lo useranno come autorimessa per la Dolomitibus.
Il nostro sodato, con un'espressione un po' schifata perché l'odore della propria bile lo... indispettisce, ha il solo pensiero di non dar troppo fastidio.
E ci hanno raccontato che presto avrebbero prolungato la galleria paramassi del Comelico, qualche milione di spesa, e poi ci avrebbero fatto anche la galleria di Coltrondo.
Un dubbio: se è il mio rene quello che vedo galleggiare nel mio sangue, come pensano di rimandarmi al fronte? Ma se non riescono a completare quella di Col Cavalier, vuoi che "addentino" un'altro colle, utile solo a quattro montanari?!?
Beh, signore e signori, io sono un pochettino stufo. Non so voi, ma io si.
Sento che tanti come me non andranno a votare.
Già, destra o sinistra, dute compài.
Ma avete pensato che fate un piacere a loro? Se non votate, non si cambia!
Forse l'unico voto utile, quello che veramente cambierebbe le cose, è quello dato a chi vuole realmente cambiare le cose, vuole cambiare le regole, vuole cambiare lo stato:
Forse l'unico voto utile è quello dato a chi ha un solo obiettivo: l'indipendenza.
 

giovedì 18 settembre 2014

Veneti e Scozzesi


AdminVivereVeneto ha pubblicato:"di Giorgio Burin Siamo in attesa dei risultai del referendum sula indipendenza della Scozia, che inizierà tra poche ore. E' grande l'aspettativa di un risultato che, se fosse positivo, aprirebbe la strada ad altri popoli, incluso il popolo Veneto, per i"
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Veneti e Scozzesi

by AdminVivereVeneto

di Giorgio Burin Siamo in attesa dei risultai del referendum sula indipendenza della Scozia, che inizierà tra poche ore. E' grande l'aspettativa di un risultato che, se fosse positivo, aprirebbe la strada ad altri popoli, incluso il popolo Veneto, per il raggiungimento della inevitabile Indipendenza.

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mercoledì 17 settembre 2014

“CON O SENZA L’ITALIA?” – video della serata


vvmaya ha pubblicato:"di Redazione di Vivere Veneto Lo scorso 26 agosto 2014 si è tenuta, presso la sala consiliare comunale di Auronzo di Cadore un'interessante serata dal titolo "Con o Senza l'Italia? - Il Cadore tra autonomia e indipendenza". Un incontro di dibattito intor"
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"CON O SENZA L'ITALIA?" – video della serata

by vvmaya

di Redazione di Vivere Veneto Lo scorso 26 agosto 2014 si è tenuta, presso la sala consiliare comunale di Auronzo di Cadore un'interessante serata dal titolo "Con o Senza l'Italia? - Il Cadore tra autonomia e indipendenza". Un incontro di dibattito intorno ai temi della riforma costituzionale, dell'autonomia e dell'indipendenza. Come detto nella presentazione, è […]

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