sabato 30 novembre 2013

Ce lo mettono enel...

mi segnalano dal Corriere delle Alpi:

De Carlo rispedisce le bollette al governo «Abbiamo già dato»

Calalzo, il sindaco contesta il conto dell’Enel per i lampioni «L’illuminazione l’abbiamo pagata con la Tares»

                                                                                                                                                               
CALALZO. De Carlo invia a Roma le bollette Enel da saldare. Questa la mossa fatta ieri dal sindaco di Calalzo, Luca De Carlo, esasperato per i continui esborsi che il Governo centrale chiede alle amministrazioni comunali e ai cittadini.
«I miei cittadini», spiega De Carlo, « non possono sostenere due volte il conto già salato della pubblica illuminazione: una all’Enel ed una allo Stato. Tanto più perché in questi giorni il Governo impone sulla Tares una maggiorazione di 0,30 euro a mq di abitazione per coprire proprio i servizi indivisibili comunali che comprendono le spese relative alla pubblica illuminazione. Di questa imposta fissa, per ogni metro quadrato che un cittadino ha, il Comune non vede un euro, gira tutto a Roma, ma la bolletta relativa all'illuminazione però la deve pagare il municipio. Secondo il Governo uno deve quindi pagare due volte e io non ci sto. Non se ne parla nemmeno: la bolletta deve pagarla chi riceve dai cittadini le imposte ad hoc, cioè lo Stato. Ho spedito al presidente del consiglio Enrico Letta, con in copia il capo dello Stato Giorgio Napolitano e i ministri Zanonato, Delrio, Alfano e Giovannini, le bollette Enel da saldare o da rimborsare al Comune, visto che i miei cittadini hanno già pagato 53.442 euro per il servizio», sottolinea il sindaco di Calalzo, «e il Comune ha spedito quei soldi a Roma. Benissimo, sia il Governo a saldare. Noi due volte non lo facciamo. A maggio scorso, infatti l’esecutivo Letta ha deciso di maggiorare la Tares (tariffa rifiuti) per i fabbricati di 0,30 euro al metro quadro, che lo Stato assorbe per arginare un possibile deficit di Bilancio. Intanto però il Comune deve comunque pagare le bollette, tagliare l’erba e garantire i servizi. Con quali soldi?» si chiede De Carlo.
«Io», ribadisce, «non intendo far pagare due volte i cittadini e il Comune. Qualcun altro deve assumersi la responsabilità e mettere la faccia su questo scempio: deve farlo chi ha deciso una legge del genere, cioè il Governo. Letta mi risponda e dica se il Comune deve pagare due volte o se ha intenzione di regolarizzare quelle bollette. Per il commercio la Tares è già un salasso, mentre per i cittadini, alla luce del buon lavoro svolto negli anni dalla nostra amministrazione relativamente alla raccolta rifiuti, si tratterà “solamente” dell’aumento di 0,30 euro al mq di abitazione. Per quanto riguarda l’illuminazione, nonostante le nostre politiche di risparmio, la sostituzione delle luci con altre a basso consumo e l’installazione di pannelli solari, il conto resta elevato. Non intendiamo pertanto gravarne due volte i cittadini, non godendo noi, purtroppo, della medesima autonomia impositiva e finanziaria dei vicini trentini e sudtirolesi».
«Invito i miei colleghi sindaci a fare altrettanto», conclude, «inviamo tutti le bollette a Roma, chiedendo che le paghi chi ha già incamerato i soldi delle tasse dei cittadini. Oltre alle bollette spedirò anche il conto del Pat alla Regione. Inammissibile che il mio comune possa spendere 50 mila euro, più il costo del piano degli interventi, perché poi l'urbanistica la decidano a Venezia senza interpellare i territori. Se non scelgo, non pago». (a.s.)

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