mercoledì 7 maggio 2014

Cosa aspettiamo?


Roma dimentica ancora il Veneto:
niente soldi per i disastri naturali

Riconosciuto lo stato di emergenza, ma nessuno stanziamento
La rabbia di Zaia: «Scandaloso». Baretta: «Mostrino i progetti»

  
Una casa coperta dalla nevicata di febbraio nei pressi di LongaroneVENEZIA - Al Vinitaly a Verona, lo scorso 9 aprile, aveva lasciato intendere che il Veneto non sarebbe più stato "bastonato": «Alcune Regioni hanno dato più di altre», aveva detto il premier Matteo Renzi, fotografato con la bandiera di San Marco ricevuta in dono dal governatore leghista Luca Zaia. Un mese dopo, a quelle parole sono seguiti i seguenti fatti: al Veneto che è finito (ancora) sott'acqua, che è stato paralizzato dalla neve ed è rimasto al buio, lo Stato riconosce che gli eventi atmosferici dei mesi di gennaio e febbraio 2014 sono stati eccezionali e che si è davvero verificata una emergenza. Solo che lo Stato non scuce un centesimo. La beffa è che il decreto che dichiara lo stato di emergenza e che è stato pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale, risale alla riunione del Consiglio dei ministri dell'8 aprile e porta la data dell'11 aprile. Ma il presidente Renzi, tra quelle due date, non era stato a Verona a dire che il Veneto aveva già dato tanto?


Che il governatore si risentisse, era scontato. Solo che le parole usate ieri da Zaia sono state più dure del solito: «Scandaloso». Del resto, per l'emergenza maltempo dei primi due mesi dell'anno, si sono registrati danni per 550 milioni di euro, di cui 301 milioni solo per danneggiamenti a strade, infrastrutture, opere pubbliche. Le foto di quei giorni dicono più di tante parole: i piloni della funivia abbattuti da una slavina a Rocca Pietore, i tetti delle case di Zoppè di Cadore a rischio crollo sotto il peso della neve, il muro di ghiaccio sulla strada provinciale tra Sottoguda e Malga Ciapela. E poi la frana a Puos d'Alpago. E l'esondazione del canale Battaglia nel padovano. E la spiaggia di Caorle spazzata dalle mareggiata. E il mare di fango dopo la frana a Isola Vicentina. Chi paga quei danni? Chi va incontro alle famiglie?
Zaia tuona: «Se qui in Veneto lo Stato è visto come un nemico, la colpa non è nostra. È colpa dello Stato che si comporta come un nemico. Attenti però, perché il Veneto non è una vacca da mungere indefinitamente per ingrassare chi spreca. Prima o poi arriva il momento della resa dei conti». Del decreto pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale dà la seguente interpretazione: «Lo Stato ci dice: arrangiatevi. Ma ai rappresentanti di questo Stato allora io dico: siamo stanchi di vedere sfilate e parate in giro per il Paese, pagate con i nostri soldi, a fare promesse non mantenute. Siamo stanchi di vedere come i 21 miliardi di residuo fiscale attivo del Veneto vengano lasciati ad ingrassare gli spreconi».

Ma perché il Governo non ha dato un centesimo? Risponde il sottosegretario all'Economia e alle Finanze, Pier Paolo Baretta (Pd): «Il riconoscimento dello stato di emergenza è la precondizione per poter accedere ai finanziamenti. E i finanziamenti più importanti sono quelli per il dissesto idrogeologico». Quindi i soldi ci sono? Baretta dice di sì: «Sono fondi statali, un miliardo e 600 milioni di euro per il dissesto idrogeologico. Se il presidente della Regione Veneto è pronto a presentare piani per il miglioramento del territorio, trova la porta aperta nel Governo, altrimenti la sua è solo propaganda politica. Ma ci vogliono i piani, contributi a pioggia non ce ne sono più».

Solo che Zaia dice che i piani ci sono: «Fin dal 2010 abbiamo affidato a specialisti nei vari settori della difesa idrogeologica la redazione di un piano delle opere per la mitigazione del rischio. Sono già state realizzate finora opere per 402 milioni e ce ne sono di immediatamente cantierabili per 1,4 miliardi. Noi i progetti ce li abbiamo ma serve l'intervento finanziario dello Stato che deve inoltre consentire un allentamento dei vincoli del patto di stabilità interno».

Dunque: i soldi - dice Baretta - ci sono, i progetti - dice Zaia - ci sono. Cos'è che non quadra?

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