lunedì 2 luglio 2012

Consiglio Comunale due

Davanti ad un pubblico "ridimensionato", ecco il primo Consiglio Comunale dopo quello di nomina. Ovviamente l'ultimo giorno utile.
Se qualcuno si aspettava i fuochi d'artificio, beh, gli unici botti sono quelli della minoranza. E sono stati dei botti... Sonori.
Ma andiamo con ordine: 
Dopo una decina di punti di minor interesse, arriviamo ai due capitoli più importanti: il bilancio e la delibera-accordo con le Regole.
Cosa possiamo dire del primo? Ben poco, Come titolo potremmo metterci, da gattopardesca memoria,  " Cambiare tutto per non cambiare niente". tanto più ci affatichiamo per uscire dal pantano delle sabbie mobili, più velocemente saremo inghiottiti da esse. Chi, anche nelle piccole azioni quotidiane, non ha mai provato sulla propria pelle,almeno una volta, una sensazione del genere? Chi, di fronte a questo macabro controsenso del destino, non s'è mai posto il dubbio che, in fin dei conti, ogni nostro sforzo dovrà pur sempre fare i conti con una sadica bilancia ultraterrena e non potrà mai compiersi senza interferenze esterne che ne mettano a dura prova la riuscita? Immagino, seppur inconsciamente, pochi.
Beh, signori, i nostri nuovi amministratori, sindaco ed assessore al bilancio in testa, dopo tanti voli pindarici da campagna elettorale, dopo tante promesse di rivoluzione, per non dire rinascita, sono atterrati, precipitati, sulla scrivania di Rigato. Era lecito aspettarselo, per chi è avvezzo alla cosa, ma ci sarà più di qualcuno, in paese, che masticherà amaro. 
Noi no.
Come noi intendo i consiglieri di Bruno Sindaco. Noi non possiamo che essere gratificati dal notare la quasi perfetta assonanza tra il bilancio che diligentemente e generosamente era stato messo a disposizione e ciò che è stato ciclostilato dai nuovi inquilini di palazzo.
Perchè, come anche sottolineato da Walter Antoniol, non eravamo poi così male, a conti fatti... I conti esatti li faranno però i nostri concittadini che, ad un titolo od un altro, hanno ricevuto privatamente o quasi promesse... Sbilanciate. 
Dove si è invece usciti dai binari, col fine di sopperire a delle spese altrimenti non rendicontabili, è nella lievitazione delle previsioni d'incassi. Così faceva il BIM-GSP, tarando i consumi, e quindi gli introiti da bollette, sintantoché siano a copertura delle spese. Il rischio è che Se a fine anno non si è incassato il previsto, beh, mancherà qualche euro (vedi i milioni del GSP). Speriamo bene...
Passiamo al secondo punto, quello relativo alla revoca della delibera-contratto con le Regole d'Auronzo.
Spero che Walter Antoniol mi pregi di darmi copia dell'intervento, azzeccato, realistico, inconfutabile.
Nel frattempo provo a riassumere io: provvedimento troppo... rapido per non essere un premio elettorale. Prematuro, perché poteva essere trovato prima un'accordo e poi, contestualmente all'approvazione di questo, revocare il precedente. Ingiustificato perchè non v'è traccia di richiesta congiunta da parte degli antichi enti, solo Villagrande ha rinnegato l'accordo. Pericoloso perché in caso di accordo peggiorativo per l'Amministrazione Comunale, la Corte dei Conti interverrebbe (e non credo che possa essere migliorativo...).
Mi piacerebbe sapere poi se non si possano ravvisare degli interessi personali, essendo ora il sindaco regoliere... 

Ma aspettiamo le considerazioni di chi quell'accordo l'aveva promosso e trovato, ricordo con l'approvazione della maggioranza dei regolieri, prima che alcuni di questi lo disconoscessero. Le considerazioni di un sindaco, prima che vice, talmente realistiche da incrinare lo schieramento compatto della maggioranza. Cinque favorevoli, due contrari, un astenuto.
Se il buongiorno si vede dal mattino...


RICEVO DAL GRUPPO CONSIGLIARE DI MINORANZA "INSIEME PER AURONZO" E PUBBLICO A COMPLETAMENTO DEL POST:



Vorremmo iniziare con una premessa per fugare ogni dubbio e strumentalizzazione sulle nostre intenzioni.

Riteniamo opportuno anche noi, come Gruppo di minoranza, rivedere l’accordo allora sottoscritto con le Regole, altrimenti non avremmo tergiversato nel rendere operativo l’accordo sottoscritto.
Ma questa delibera a nostro avviso non sta in piedi nelle premesse e motivazioni addotte, nel rispetto delle norme contrattuali e che regolano il riconoscimento degli istituti Regolieri.
Si dichiara una presa d’atto della consistenza patrimoniale delle Regole, da parte della Regione Veneto, Ufficio affari istituzionali e controllo, del 1° luglio 1999; ma le Regole sono venute in piena proprietà dei beni delle partite 434 e 444, in conformità all’Art. 5 della L.R. n. 26 del 19.8.1996, solo in seguito al riconoscimento dei beni da parte del Comune con delibere del C.C. n. 61 e 62 del 06.11.1999.
A supporto di tali Delibere c’era a monte l’iscrizione dei beni nel registro immobiliare a nome delle singole Regole e c’era, e c’è, uno studio dettagliato redatto dal Dott. Ziliotto che vi inviteremo a leggere.
Negli anni successivi, vista la difficoltà di dirimere i vari aspetti legali, in cui non si addentrò nemmeno l’Ufficio affari Istituzionali e Controllo della Regione Veneto (a cui con nota del 31.07.2002 venne chiesto un parere pro-veritate), inerente il riconoscimento e il trasferimento dei beni con particolare attenzione a quelli che avevano mutato la loro destinazione d’uso; il Comune e gli Istituti Regolieri congiuntamente (non come riportato nella proposta di delibera), decisero di affidare ad un giurista di indiscussa imparzialità e di comprovata esperienza l’incarico,super partes, di ricerca e definizione storico-giuridica dei beni della partita 402, le cui conclusioni sarebbero state accettate da tutti, e nel contempo di formalizzare un accordo transitorio che doveva disciplinare i rapporti, sia in caso che i beni risultassero, tutti o in parte, di origine regoliera sia che risultassero beni demaniali soggetti ad altra forma giuridica. Il tutto fu seguito con attenzione da due esperti avvocati a tutela delle parti ( Avv. Trebeschi per le Regole e dall’Avv. Gaz per il Comune).
L’accordo, come giustamente riportato, fu approvato e sottoscritto da tutti nel 2007. Solo la Regola di Villagrande ripropose l’approvazione dell’atto, oltretutto senza revocare la precedente delibera e dopo che l’atto era già in corso di validità, ed efficace per i 10 anni successivi (quindi fino al 2017) in cui ognuna delle parti poteva e può chiederne la piena applicazione e a nulla varrebbe la contrarietà della Regola di Villagrande. Oltretutto la Regola di Villapiccola non ha mai revocato l’atto.
Il Comune, proprio per rispetto nei confronti delle Regole e della gran parte dei cittadiniAuronzani che rappresentano, non ha dato momentaneamente corso alle condizioni dell’accordo, nella speranza di trovare un giusto compromesso e, contrariamente a quanto riportato nella proposta di delibera, non ha alcun obbligo a corrispondere alcun concorso finanziario, poiché questo era, ed è, subordinato alle risultanze dello studio. Inoltre, proprio per la validità decennale dell’atto stesso, non si può giustificare la revoca della delibera dichiarando unilateralmente che non si sono verificate le condizioni di cui all’Art. 3 dell’atto d’intesa dal momento che lo stesso è valido.
Le premesse alla proposta di delibera proseguono paventando “sopravvenuti motivi di pubblico interesse per lo scontento in capo alle regole che si trasforma in acredine e, ancor più grave, la necessità di applicare a questa delibera una procedura di autotutela.
Qualcuno ci sa dire in cosa consiste l’interesse pubblico in una contrattazione con un istituto che ha personalità giuridica di diritto privato?
Ci sa dire in cosa consiste questa acredine per un accordo comunque votato a larga maggioranza daiRegolieri ?
Ci sa dire in cosa l’atto sottoscritto dal Comune possa essere meritevole di una procedura di autotutela come se fosse illegittimo o ancor più illecito?
Siccome l’atto di intesa allo stato attuale mantiene la sua validità giuridica, indipendentemente dalla revoca della delibera in oggetto:
non è più opportuno aprire il negoziato con gli istituti regolieri senza questa farsa, che sa tanto, considerata anche la tempestività, di accordo elettorale per non parlare di “voto di scambio” , e che nel susseguo può anche rivelarsi pericolosa anche per i consiglieri che la voteranno, nel momento in cui si andranno a proporre condizioni peggiorative per l’Ente rispetto a quelle attualmente sottoscritte e in corso di validità?
Non è più opportuno chiedere almeno agli Istituti Regolieri di approvare un atto analogo, che allo stato attuale non c’è, anziché approvare un atto unilaterale senza la minima copertura contrattuale?
Non è meglio prima rinegoziare l’accordo, proponendo a questo Consiglio un nuovo atto di intesa, e solo allora procedere contestualmente alla revoca del vecchio provvedimento e a promuovere quello nuovo?
Ribadiamo, per l’ennesima volta, la nostra disponibilità a rivedere le condizioni allora sottoscritte, ma riteniamo assolutamente indispensabile e propedeutico che anche il nuovo possibile accordo preveda l’elaborazione, da parte di uno studioso di comprovata esperienza in materia di diritto regoliero e di indiscussa imparzialità, di una approfondita perizia storico-giuridicasull’effettiva titolarità dei beni rivendicati dalle Regole e della compatibilità del trasferimento dei suddetti beni rispetto alla normativa vigente. Questo a miglior tutela tanto dell’interesse pubblico al cui perseguimento è preordinato il patrimonio del Comune quanto dell’interesse generale che exL.R. 26/1996 sottende al vincolo che tutela l’antico patrimonio regoliero.
Senza questo studio saremo degli sprovveduti ad adottare qualsiasi tipo di provvedimento in una materia così delicata.
Come gruppo di minoranza, proponiamo quindi, per le motivazioni esposte, il ritiro della presente delibera, cosa che non compromette nulla rispetto ad una possibile rinegoziazione dell’atto.
Diversamente il nostro voto sarà contrario all’approvazione di questa Delibera del C.C.ritenendola per tanti aspetti rischiosa.
Auronzo di Cadore, 30.06.2012.


1 commento:

  1. ATTENZIONE IL POST E STATO AGGIORNATO CON INTERVENTO DI WALTER ANTONIOL RILEGGETELO GRAZIE

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