martedì 17 dicembre 2013

Dario Vecellio Galeno !!!

Ciao Andreas,
mi hai chiamato in causa e giustamente rispondo ai tuoi quesiti. E' chiaro che terremo conto delle perplessità dell'opinione pubblica. Cosi come è chiaro che nessuna decisione riguardante l'unione dei servizi è stata fin'ora assunta. In sede di Consiglio Comunale cosi come in Giunta se n'è ampiamente discusso. -A tal proposito invito te ed i lettori del blog a verificare sul sito del Comune se vi siano Delibere di Giunta e/o di Consiglio che dimostrino il contrario - per completezza dell'informazione -. Come più volte dichiarato ai giornali e durante le riunioni con la popolazione, questa Amministrazione ha dato corso al "dialogo" tra i responsabili dei vari settori amministrativi dei Comuni. "Dialogo" al quale hanno partecipato sovente Sindaci ed Amministratori. Per quanto riguarda l'istituzione del Regolamento referendario, le Commissioni preposte inizieranno a lavorare dopo le Feste. Abbiamo in cantiere una serie di Regolamenti da istituire – referendum, raccolta differenziata, piccole forniture, lavori pubblici, videosorveglianza , solo per citarne alcuni - ancora assenti nel nostro Comune. Riteniamo pertanto di redigere un calendario dei lavori ad inizio 2014. Al momento stiamo affrontando altre urgenze una su tutte l'asilo, oltre che le oramai consuete procedure di chiusura dell'anno finanziario che impegnano non poco i nostri uffici .
Per quanto la materia "unione dei servizi" non rientri nei casi per i quali sia previsto il ricorso referendario - trattandosi di atto Amministrativo -, alla luce di quanto espresso dalla popolazione attraverso la raccolta delle firme, ritengo necessario effettuare il referendum. Prima di giungere a questo però, è altresì necessario assimilare la Normativa di riferimento, mai come in questo momento in forte evoluzione. Ogni giorno si sente parlare di Unione e Fusione dei Comuni, di cancellazione delle Provincie, della soppressione o meno delle Unioni Montane, della cancellazione di Enti inutili e quant'altro. Vi è un gran fermento a tal proposito, anche noi pertanto, intendiamo attendere un quadro Normativo delineato e certo di quello che sarà il futuro assetto amministrativo a livello locale prima di intraprendere qualsiasi azione. Al momento vige solamente l'obbligo di adesione all'Unione Montana – ex Comunità Montana – al quale abbiamo adempiuto.
Se mi concedi un piccolo excursus..
Da qualche tempo i venti autonomisti soffiano con sempre maggiore assiduità. Non passa giorno che non si parli di Regione Autonoma, di Provincia Autonoma e quant'altro. Or bene, venerdì scorso ero presente all'incontro programmato a Belluno con il Ministro Del Rio. Il Ministro sta promuovendo un Disegno di Legge che prevede - tra gli altri - la riforma del governo degli Enti Locali. E' in discussione alla Camera in queste ore l'emendamento che di fatto trasforma le Provincie in Enti di secondo livello non elettivi - relatore On. Giancarlo Bressa - . Che significa? Significa che da domani il Consiglio Provinciale sarà composto da un certo numero di Sindaci e/o Consiglieri Comunali in quanto reputati già espressione del territorio, senza il ricorso a nuove elezioni. A seguito di queste affermazioni del Ministro, durante la riunione, si è manifestato un certo malumore. Da più parti al Ministro sono state mosse critiche a volte anche pesanti. Il contenuto di esse lo lascio immaginare ai tuoi lettori.. tra le più frequenti e sensate il tenore era più o meno: "Belluno è una Provincia disagiata, necessitiamo di autonomia, necessitiamo di un Presidente e di un Consiglio eletti dai cittadini, di risorse economiche, di infrastrutture, di scuole, di servizi, che succede ora alle Unioni Montane? alle Fusioni? etc. ". A mio modesto modo di vedere, gran parte delle richieste sono lecite e condivisibili. Per contro il Ministro che ti va a rispondere..? In prima battuta, che pur avendo una Provincia elettiva, siamo riusciti a farci Commissariare con buona pace di ha predicato tanto per il suo mantenimento cosi com'era. Successivamente, fa un accentuato riferimento ai Comuni della Provincia che hanno indetto i Referendum per passare ad altre Provincie. Tradotto: volete tanto
unirvi per difendere il vostro territorio, ma non appena potete fate di tutto per andarvene dove vi conviene! Se questi sono i presupposti per richiedere l'autonomia..
Cosa voglio dire..: io prima ho posto l'accento sul "dialogo". Quello che stiamo cercando di fare noi è di aprirci al dialogo con tutti i nostri vicini. Siamo talmente individualisti con le ovvie conseguenze che ci vediamo negare sistematicamente le nostre sacrosante richieste. In questa fase è importante dialogare e confrontarsi, per prevenire possibili stravolgimenti degli assetti amministrativi futuri al realizzarsi dei quali, sarà troppo tardi per poter dire la nostra. Poi, se vogliamo continuare a camminare da soli saranno il Cittadini a deciderlo. Ma siano ancora in grado di farlo?
Ringraziandoti, Auguro Buone Feste a Te e a tutti i Lettori del Blog.
Dario Vecellio Galeno

1 commento:

  1. Ciao Andreas, sono contento che qualcuno si sia fatto vivo annunciando una quantomai prossima creazione del regolamento per il referendum. Tuttavia, nelle dichirazioni dell’assessore ciò che mi colpisce è leggere un verbo coniugato al singolare “ritengo necessario effettuare il referendum” dopo tanti al plurale (“Abbiamo”, “riteniamo”, “stiamo”): forse questo è il segno che la maggioranza è spaccata sul da farsi e che è impossibile, almeno per ora, parlare al plurale sulle intenzioni riguardo al referendum. Non mi colpiscono invece tutti i paletti che l’assessore mette tra la sua volontà di indire il referendum e l’effettivo svolgimento di esso: infatti secondo il Nostro bisogna prima capire la Legge (“assimilare la Normativa di riferimento”) che ora però non è ancora definitiva (“mai come in questo momento in forte evoluzione”), e bisognerà aspettare una sua stabilizzazione (“intendiamo attendere un quadro Normativo delineato”) prima di giungere forse al sospirato quesito (“prima di intraprendere qualsiasi azione”): di questo passo per il 2025 sarà tutto pronto per il referendum… A parte gli scherzi, la calma riflessiva del Vecellio Galeno sarebbe senz’altro la scelta più opportuna se non fosse che il tempo a disposizione è davvero pochissimo: qualche mese per unire i primi 3 servizi fondamentali e probabilmente qualche anno per le fusioni imposte per legge; inoltre, per quanto riguarda strettamente i comuni come Auronzo, la linea dettata dalla legislatore non è praticamente cambiata negli ultimi tempi ma anzi continua ancora sulle stesse basi enunciate ancora dalla spending review del governo Monti (non per nulla si dice da più parti che questo decreto legge sia “intoccabile”) ed è stata addirittura confermata in senso peggiorativo dal ddl Delrio che esautora ancora di più i sindaci dai loro poteri in favore dei sindaci delle unioni; infine, la proposta più che sensata di abolire le comunità montane giunta da un consigliere veneto non ha molto credito, a mio avviso, in quanto annullerebbe la Legge Regionale 40 e ne distruggerebbe anche il senso di riordino delle amministrazioni locali voluto da Venezia per noi bellunesi. Non c’è traccia insomma tutto questo “fermento” ed il senso di tutta questa riforma rimane sempre e solo uno: riduzione del numero dei comuni tramite fusione, indipendente dagli strumenti utilizzati (gestioni associate o convenzioni) e dalle tempistiche adottate.

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